BATTERICO:
I batteri sono microrganismi unicellulari, procarioti. I batteri hanno in comune una struttura di base, che comprende una parete cellulare, che è una struttura caratteristica della cellula procariote, e, al di sotto della parete, una membrana cellulare: su di essa si trovano quasi tutti gli enzimi che svolgono le reazioni metaboliche, poiché i batteri sono privi di organuli intracellulari, tranne i ribosomi 70S e i mesosomi. Manca una membrana nucleare, poiché il materiale genetico è a contatto col citoplasma; possibile presenza di plasmidi esterni al cromosoma. Nel citoplasma sono presenti granuli di riserva. Possibile presenza di fimbrie o di uno o più flagelli, atti al movimento. La parete cellulare può essere rivestita esternamente da una capsula, formata di regola da polisaccaridi secreti dai batteri. Nel caso di Bacillus anthracis, la capsula è composta da polipeptidi dell'acido D-glutammico. La presenza di capsula conferisce alle colonie batteriche un aspetto "liscio" o "mucide", mentre quelle prive di capsula manifestano un aspetto "rugoso". La funzione della capsula è di proteggere la cellula procariote dalla fagocitosi e dai virus.
VIRALE: è una malattia infettiva. Quante sono le epatiti virali
A oggi sono cinque più una, che ha, però, caratteristiche molto particolari (epatite G).
Epatite A: si trasmette attraverso cibi e acqua contaminati e i contatti interpersonali, quindi la sua diffusione è legata alle condizioni igieniche generali, in particolare la contaminazione da parte di materiale fecale di persone infette, il che, in parole povere, vale in situazioni molto diverse: dal cuoco che non si è lavato le mani dopo essere andato in bagno agli scarichi fognari che contaminano acque dalle quali si prelevano frutti di mare. Provoca una malattia acuta che nei bambini causa pochi sintomi e può anche passare inosservata, mentre negli adulti, di cui il 60/70% è stato vittima anche se in forma asintomatica, è decisamente più grave: produce ittero, costringe a letto per qualche settimana e a volte ha code abbastanza lunghe. Tuttavia non diventa un’infezione cronica e le forme mortali (fulminanti) sono rare. Esiste un vaccino.
Epatite B: si trasmette attraverso il contatto con sangue infetto, quindi trasfusioni, uso di siringhe e altri strumenti medici non sterili, rapporti sessuali orali, genitali e anali non protetti con persone portatrici del virus. E’ anche molto facile la trasmissione dalla madre al bambino al momento del parto. Se contratta in giovane età diventa molto spesso cronica: nel 90% dei casi nei neonati, nel 50% tra i bambini. Tra gli adulti si stimano circa 1 milione di persone con infezione da virus B che cronicizza solo nel 5 % dei casi. Esiste un vaccino, obbligatorio per legge dal 1991.
Epatite C: si trasmette attraverso il contatto con sangue infetto come la B, ma il contagio attraverso i rapporti sessuali è più raro, e non è stato provato il contagio da madre a figlio. Diventa infezione cronica in circa la metà delle persone contagiate, ed è ritenuta responsabile di circa il 70 per cento dei casi di cirrosi epatica. Non esiste vaccino, ma può essere prevenuta facilmente con misure di igiene per questo il numero di nuovi casi è oggi molto ridotto nella popolazione italiana. L’altra grande fonte di contagio erano le trasfusioni effettuate con sangue infetto, ma questo è avvenuto in tempi nei quali ancora non si conosceva l’HCV, che è stato identificato nel 1989, e la malattia stessa veniva chiamata epatite non A-non B. Era quindi impossibile effettuare screening del sangue per eliminare le sacche infette. Da allora, però, la situazione è cambiata e, almeno nei paesi industrializzati, oggi si può escludere questa forma di contagio. Esistono circa 1 milione e mezzo di soggetti colpiti dal virus.
Epatite D o delta: è causata da un virus particolare, che non può sopravvivere senza il virus B. Quindi prevenendo con la vaccinazione l’epatite B si elimina anche il rischio del virus delta. La sua azione consiste nel rendere più gravi gli effetti dell’epatite B.
Epatite E: questa malattia assomiglia all’epatite A, in quanto si trasmette prevalentemente attraverso acque contaminate. Non diventa cronica, ma sono frequenti le forme fulminanti soprattutto nelle gravide al 2°-3° mese. In Europa è una rarità , mentre è diffusa in India, Indonesia, Iran e altre aree orientali e medio-orientali. Non esiste vaccino.
Epatite G: L’opinione prevalente tra gli scienziati è che questo virus, identificato nel 1995, sia solo lontanamente simile a quello dell’epatite C. Infatti non è chiarito se provochi effettivamente un’epatite di qualche tipo o malattie a carico di qualche altro organo. Evidentemente può dare luogo a infezioni acute, che spesso guariscono come prova il fatto che in molti soggetti sono stati trovati gli anticorpi che indicano la guarigione. Nelle persone in cui l’infezione è cronica il virus è presente nel sangue e può restarci per anni, ma è raro trovare malattie di fegato associate. L’HGV, in compenso è molto frequente nei pazienti affetti da epatite C causata da trasfusione (nel 10-15%).